sabato 4 febbraio 2012

Buon compleanno Facebook


Buon compleanno Facebook… o forse dovrei dire buon compleanno ad una nuova società e socialità, buon compleanno ad un’invenzione che ha creato una tipologia di rapporto e  di comunicazione, buon compleanno ad una nuova subcultura, ad un nuovo noi.
Buon compleanno, e non sto ancora esprimendo un concetto di valore, alla determinazione di qualcuno che ha influenzato la vita di tutti.
Direttamente o indirettamente tutta la popolazione mondiale è in qualche modo coinvolta in ciò che ha ulteriormente confermato il valore irreversibile di internet.
Facebook nasce ad Harvard, nasce per gli studenti ma diventa presto il servizio più utilizzato per contattare persone e collegarsi a loro.  Facebook ti mette in contatto con le persone della tua vita, ti aiuta a rimanere in contatto, ma a che prezzo? Qual è il contatto che si realizza (o spersonalizza) o si uniforma? Qual è il vero significato a cui ognuno di noi si riferisce quando utilizza la parola “contatto”? Contatto, parola di derivazione latina, significa toccare assieme, è il tocco vicendevole di almeno due persone (cum= insieme, tangere= toccare) atto che implica tatto, quindi un qualcosa di materiale, tangibile e concreto, come lo è una carezza. Estendiamo il significato anche al senso figurato, fino a dire: “so che sei, in qualche modo, raggiungibile” e la sicurezza del sapere dove sono le persone, e avere la consapevolezza di poter avere una comunicazione, anche in tempo reale, con qualcuno, infonde la sensazione di essere sempre parte di qualcosa. E anche di avere una sorta di controllo sulla vita delle persone, su ciò che loro scelgono di condividere. E poi ci sono tutte quelle occasioni di rete in cui noi appariamo ma non lo sappiamo, ma dal momento in cui la condivisione è pubblica forse è necessario un calcolo: quando posto o condivido pongo la stessa attenzione di quando gironzolavo nel parco della mia città invece di essere tra i banchi di scuola.
Non riesco ancora a fare un bilancio dei costi-benefici. Pensando i social network dall’interno della rete riesco a vederne solo la dinamicità e il coinvolgimento, riesco a farmi trasportare dall’evoluzione e sento di aver imparato un nuovo linguaggio. Vedendolo dalla vita reale mi chiedo se sia possibile una valutazione… posso valutare un qualcosa che non mi appartiene? Posso però percepire l’esserne tagliata fuori, posso capire una nuova forma di esclusione, esclusione dall’universo web che si ripercuote nell’universo reale….

4 commenti:

  1. Il collegamento tra due universi che si dipana attraverso una scelta dicotomica, in e out: possibile?

    Bell'articolo, aspetto un tuo commento!

    RispondiElimina
  2. Il collegamento non è dato dalla scelta dicotomica ma dalla scelta univoca di voler incontrare qualcuno. Prima scelgo come mi sento (in o out), poi scopro come stanno gli altri e poi mi faccio colpire da una persona in particolare; e qui collego i due universi. Ed è dialogo.

    RispondiElimina
  3. "Mi faccio colpire da una persona in particolare"

    Mi piace questo! :-)

    RispondiElimina